Bevilacqua si stringe attorno a Corestini. Il presidente, squalificato 14 mesi, si prepara a difendersi

Bevilacqua si stringe attorno a Corestini. Il presidente, squalificato 14 mesi, si prepara a difendersi

by 23 Gennaio 2011

 

Vuole parlare, vuole raccontare la sua verità.  Restando lucido, spiegando tutto. Non andava in panchina da un anno e mezzo Gianni Corestini. «L’avessi saputo me ne sarei rimasto in tribuna», racconta adesso il presidente del Bevilacqua, squalificato fino al 31 marzo dell’anno prossimo dopo la partita di domenica con il Prix Le Torri.  Durissimi i contenuti del referto compilato da Paolo Shvay di Treviso, arbitro che ha deciso per un identico provvedimento nei confronti del massaggiatore Alessandro Beozzi e fermato fino al 14 febbraio il dirigente Fabio Coraini, per una giornata il capitano Matteo Coraini e per due Manuel Franzini, che capitano lo è diventato dopo l’espulsione del compagno.

Corestini, da 13 anni massimo dirigente del Bevilacqua, ora si difende. Parla di «provvedimento giusto a metà», ammette di «non aver gradito l’arbitraggio, di aver effettivamente detto a Shvay qualche parola di troppo dopo una partita in cui siamo stati palesemente penalizzati, dall’inizio alla fine». Per il resto, secondo Corestini, di vero non c’è nulla. «A fine incontro, nel tentativo di fermare l’Arbitro, poneva la mano sulla spalla sinistra dello stesso cercando di colpirlo, ma veniva trattenuto ed allontanato da alcuni giocatori locali», c’è scritto testualmente nella seconda parte dell’accusa a Corestini. Una versione che il diretto interessato rifiuta in toto e che magari potrà trovare un prezioso alleato nel commissario di campo «con cui sono rimasto fino alla fine dopo l’espulsione senza aggredire nessuno».  Un punto evidenziato con forza nel ricorso già ultimato dal segretario Fabio Corestini, cugino di Gianni, pronto per essere spedito in Federazione. Un pomeriggio teso quello di domenica, figlio a sentire il Bevilacqua di decisioni non proprio inappuntabili.  «L’arbitro – conclude Corestini – ha concesso un rigore dubbio al Torri e ne ha negato uno evidentissimo a noi quando è stato buttato giù Furlani, ha fermato il gioco per espellere giustamente il nostro Coraini e l’attaccante del Torri (Nicola Padovan) ma poi ha fatto riprendere il gioco con una punizione a nostro sfavore da cui è scaturito il loro gol del 2-1 a gara quasi finita. Mi prendo le mie responsabilità, riconosco di aver sbagliato. Ma non fino a questo punto». Questa la tesi di Gianni Corestini, che adesso attende il responso del Giudice Sportivo.

(nella foto Giulio Furlani contro il Cologna Veneta)