Barini e Buttura, il Concordia festeggia i suoi diesse patentati. Il pres. Giavoni: “Un orgoglio averli con noi”

Barini e Buttura, il Concordia festeggia i suoi diesse patentati. Il pres. Giavoni: “Un orgoglio averli con noi”

by 29 Giugno 2015

Se son le intuizioni a contare, al Concordia possono dormire sogni tranquilli. Dall’alto, arriveranno quelle di ben due demiurghi riconosciuti per esperienza e competenza. In via Zorzi accolgono col sorriso il ‘patentino’ di direttore sportivo conseguito da due suoi dirigenti, Saverio Barini e Daniele Buttura. La questione merita un appunto: non è cosa da poco. Il conseguimento del titolo è solo la fine di un percorso, la foce di un fiume che s’immette nel mare.

Il patentino è un certificato di conoscenze, ma ha anche un valore simbolico da cogliere: rappresenta l’attaccamento ai colori e al ruolo, la voglia di approfondire, di conoscere nuovi cavilli e nuovi pertugi, di costruire nuove certezze o di dare linfa a quelle consolidate. Un’imperitura e silenziosa tensione al miglioramento e alla precisione che, sicuramente, fa onore a Barini e Buttura (al corso, era presente anche Fabio Brutti, direttore sportivo del Caldiero. Una citazione di merito va anche a lui).

Il tutto, per offrire un servizio sempre migliore ad una società, il Concordia Verona, che da anni si distingue sia per ciò che concerne la prima squadra e il calcio di categoria, che di vivaio, esploso letteralmente per qualità e numero d’iscritti, per la capacità di sapere fare calcio ad ottimi livelli senza l’esborso di ingenti capitali.

“Lavorare con Saverio e Daniele è un piacere – spiega il presidente Marco Giavoni – siamo l’unica società veronese ad avere due direttori sportivi. Qui si fa calcio con grande attenzione, la loro presenza è fondamentale, permette di organizzare tutto al meglio. Il conseguimento del titolo da parte di entrambi è un orgoglio per tutta la società. Il loro è lo spirito che anima tutto il Concordia e che probabilmente dovrebbe animare tutto il calcio dilettante. La correttezza nei rapporti e negli accordi in un mondo come il nostro viene prima di tutto: richiamo, da presidente, le società e i giocatori al rispetto della parola data. Sarà anche una legge non scritta, ma nel nostro calcio è fondamentale”.