Avesa, una salvezza epica. Lui: “Non ci credeva nessuno, invece…”

Avesa, una salvezza epica. Lui: “Non ci credeva nessuno, invece…”

by 20 Maggio 2013

Una salvezza che sa di primato. Sudata, sofferta, insperata. Raggiunta all’ultima gara, all’ultimo appello disponibile. Dopo un campionato vissuto da ultima ruota del carro, sempre a rincorrere, sempre a guardare le altre dal basso verso l’altro. Nonostante l’impatto non facile con la Prima però, l’Avesa non ha mollato. Ha lavorato duro, serrando le fila. Ha cercato di costruire delle certezze, magari poche, ma condivise da tutti. La linea programmatica è stata chiara: mai mollare, fino alla fine. E il gruppo ci ha creduto, giocando a testa bassa, senza curarsi della forma. Contava la sostanza, i punti, una classifica che, pur tra le lacrime dell’ultimo posto, non ha mai smesso di regalare speranze. A quelle speranze D’Aleo e compagni si sono aggrappati, sfoderando una rimonta epica nel finale di stagione. Una rincorsa poderosa, che ha lasciato tutti di stucco. Tranne i giocatori rossoblù, così come spiega Matteo Lui, bomber helladino classe 1993, il giovane più prolifico dell’intera categoria:+

“Un po’ di stupore per com’è andata a finire rimane, perchè veramente non ci avrebbe creduto nessuno. Però il gruppo è sempre stato compatto, abbiamo lavorato, sperando scattasse la molla, che poi è scattata”.

Qual è stata la svolta per la stagione dell’Avesa?

“Non so bene cosa sia scattato, non c’è un episodio in particolare. Fatto sta che nel finale abbiamo preso pochissimi goal, e io e Mario D’Aleo per fortuna abbiamo iniziato a segnare con continuità, trovando spesso reti decisive”.

L’uomo della provvidenza?

“Tommasini, il suo rientro nelle ultime cinque giornate è stato fondamentale”.

Fabrizio Gilioli. Come valuti il lavoro dell’allenatore succeduto a Bortoletto, che ti portò in prima squadra?

“Ottimo, ha tenuto alto il morale del gruppo ed è molto preparato. Personalmente mi ha aiutato molto a crescere, anche con qualche sgridata. Mi ha insegnato a stare in categoria e soprattutto ad avere una mentalità vincente”.

Com’è stato l’impatto con la categoria ? Guardando i numeri, sei il giovane più prolifico.

“Non facile, poi con l’aiuto dei compagni e del mister ho capito come muovermi e ho preso le misure e i ritmi della categoria. C’è voluto tempo, ma poi i risultati si sono visti”.

Concludiamo. L’Avesa è pronta a un riassetto societario, stando alle indiscrezioni. Tu invece, rimarrai?

“Non lo so ancora, ma sinceramente non ci penso più di tanto. Parlerò con la società al momento giusto e insieme decideremo il da farsi, non c’è fretta”.