Ancora violenza tra i dilettanti. Perchè tanta ignoranza? Messaggio ai lettori

Ancora violenza tra i dilettanti. Perchè tanta ignoranza? Messaggio ai lettori

by 18 Settembre 2013

Ancora un episodio di violenza tra i dilettanti. Raccapricciante. Questa volta parlo in prima persona: quella che leggete è la mia personalissima opinione. Non dico nemmeno dove è accaduto: com’è nel nostro stile, non puntiamo il dito in faccia a nessuno. Chi è informato (la notizia è ben nota), avrà spunti coi quali ragionare.

Un esame di coscienza è d’obbligo. Perchè la violenza non ha colore, non dipende dal colore della pelle, nè dalla cultura. Ne sono pienamente convinto. Bianchi o neri, del sud o del nord, non fa differenza. Per i campi di calcio ho visto di tutto, anche da parte di gente da cui nessuno, per nessun motivo, si sarebbe aspettato simili azioni.

D’accordo per la tensione agonistica, c’è chi va in trance, chi sente la partita, chi la vive come un ingresso in un girone dantesco. Ma se le scaramucce fanno parte del gioco, la violenza è fuori luogo. Da che mondo a mondo, stiamo correndo dietro ad un pallone. La cosa più bella, più semplice e forse più sciocca del mondo.

Come può un arbitro sospendere una gara? Qual è il messaggio che esce da quel triplice fischio anticipato? E’ un messaggio che sa di resa. Vergognosa. Bandiera bianca alzata, e coda tra le gambe. Ce ne andiamo di nuovo così, senza indignarci, facendoci scorrere tutto addosso, come acqua piovana.

Forse non siamo noi a poter darvi la soluzione. Forse non ce l’avete nemmeno voi lettori. Forse in verità nemmeno c’è, una soluzione universale per tutti. Ma se la verità sta nel mezzo, almeno sforziamoci di cercarla, di darle un peso, una volta che la troviamo.

Le parole che state leggendo purtroppo non hanno nulla di nuovo rispetto agli appelli che mille e più volte avete sentito. I toni dell’indignazione, come la legge, in teoria, sono uguali per tutti. Dispiace non poter fare nulla: ma Calcio Dilettante non può permettersi, e non si permetterà mai di giudicare, di attaccare qualcuno.

Il nostro scopo è un altro, la linea del nostro giornalismo sportivo la conoscete tutti. Mai una volta ci sarà spazio per le polemiche. Chiarimenti sì. Le polemiche mai: non è la sede giusta. Ve l’ho già detto e ripetuto.

Quello che realmente serve, è togliere definitivamente la dimensione bellica del calcio. Lottare è sportivo, fare guerriglia è disumano. Soprattutto nei campi dilettantistici. E’ utopia, lo so meglio di chiunque altro. Ma è così, se ci pensate.

Questo messaggio, richiestoci da una lettrice, non risolverà nulla. Però ha un intento: provare a far vergognare chi ha una concezione distorta del pallone. Vergogna: non c’è parola migliore. Perchè se, pur con mille difficoltà, e una crisi economica che impazza, il calcio è ancora in piedi, vuol dire che il suo spirito è ancora puro, che la fiammella che s’accende da piccoli, calciando la prima cosa che rotola in prato, arde ancora.

Siamo solo all’inizio e un monito è d’obbligo: facciamo sì che sia il primo e l’ultimo episodio increscioso. Se vi riesce difficile, provateci almeno. Ne va del bene di tutti.

Riccardo Perandini

Direttore Editoriale Calcio Dilettante Veronese