Amarcord, 35 anni dopo si ritrova il Cerea di mister Franco Ferrari. L’ex tecnico: “Sorpresa graditissima”

Amarcord, 35 anni dopo si ritrova il Cerea di mister Franco Ferrari. L’ex tecnico: “Sorpresa graditissima”

by 6 Ottobre 2015

Sul volto brillano i suoi occhioni lucidi. Gli si dipinge un sorriso spontaneo, a metà tra la gioia e lo stupore. Gran serata, quella di ieri, per mister Franco Ferrari. Il figlio Michele gli ha preparato una graditissima sorpresa: la tappa scelta è  Oppeano.

Una cena tutti assieme, in famiglia, gli fa credere Michele. Sceso  dall’auto, invece, Ferrari ritrova i suoi figliocci, il suo ‘Piccolo Toro’, Cerea anni 1980-1981, allora formazione giovanissima. Ci sono quasi tutti i suoi ragazzi. Li saluta, li abbraccia, ci scherza assieme. Quell’annata è rimasta nel cuore di tutti.

Fu secondo posto in classifica dietro ad un Pollo Miglioranza imprendibile. Si prese la briga di addestrarli, quei ragazzini. Era un Cerea retrocesso dalla Promozione pronto a ripartire coi suoi giovani. I più gli dicevano: patata bollente, caro Franco. Gli davano del matto. Quel matto, però, portò  in cielo una truppa che al tempo contava nei ranghi dieci ragazzi catapultati in prima squadra direttamente dagli Allievi.

La sua fu sana follia che divenne genio, formazione continua per i suoi figliocci. Erano anni in cui il Cerea giocava al ‘Comunale’. Altri tempi, altro calcio: a vedere gli allenamenti c’erano duecento persone.

“Qualcuno si lamentava dicendomi che facevo poche partitelle – svela Ferrari – ma non era vero. Li facevo giocare, i miei ragazzi. Possesso palla, partite a tema, tre contro tre ad alta intensità. Già allora proponevo concetti che oggi sono utilizzati in ogni categoria”.

A ricordarli gli si gonfia il petto d’orgoglio. Come quando cita il derby col Casaleone, ai tempi sentitissimo.

“Un giorno abbiamo incassato quasi otto milioni di lire – prosegue – c’era gente in ogni angolo dell’impianto. Uno spettacolo”.

Erano gli anni di bomber Strazzer. Il più forte di tutti, dice Ferrari. Uno di quelli che, avesse avuto fame, avrebbe fatto carriera.

“Lo volevano in tanti – spiega – però lui è rimasto lì con noi. Era imprendibile. Quando partiva non ce n’era per nessuno. E’ in assoluto il più forte giocatore che ho mai allenato”.

Quell’anno fu un miracolo sportivo. Il vero miracolo, forse, però, è quello di ritrovarli tutti, quei ragazzi. E trentacinque anni dopo, ancora lì, col sorriso, pronti a rispondere alla convocazione. Oggi come allora.

“Bellissima sorpresa – conclude – sono commosso. Rivedere i miei ragazzi è stato un piacere enorme, ringrazio i miei figli per aver organizzato la serata e tutti i presenti. Ritrovarvi, e in gran forma, è sempre bello. Grazie di cuore a tutti”.