Ad maiora: è una massima latina, il segreto del Concordia. L’analisi del diesse Buttura

Ad maiora: è una massima latina, il segreto del Concordia. L’analisi del diesse Buttura

by 13 Maggio 2013

Ad maiora. Il campionato del Concordia può essere riassunto così, in una massima latina che, con sole due parole, spiega tutto: i due volti della stagione, la partenza asfittica, il ritorno da grandi numeri, il finale dai risvolti cinematografici. Perché la vittoria degli uomini di Menegotti ha un che di idealistico, è una tensione verso l’assoluto culminata col gran botto, una ricerca della perfezione giunta a compimento. Partita a fari spenti, con più di un terzo della rosa reduce da una retrocessione e il resto da una salvezza presa per i capelli, il Concordia ha voluto e saputo stupire anche se stessa. Superando i propri limiti, andando oltre le fisiologiche difficoltà di imbastire una rimonta anche quando non sembravano esserci i presupposti. Invece, breccia dopo breccia, s’è creato il varco giusto. Trevisani e compagni hanno visto lo spiraglio in cui infilarsi, e ci hanno creduto, fino alla fine, sospinti dalla leggerezza di chi, in cuor suo, sapeva di volare in territorio altrui.

“L’assenza di assilli ha fatto la differenza – ammette felicissimo il diesse Daniele Buttura – lo dico in tutta sincerità. Siamo stati bravi a vivere alla giornata, a provare a pensare in grande senza far troppi calcoli. Il finale è stato qualcosa di unico, che ci ricorderemo tutti per molto tempo”.

Un finale da grandi numeri, partito con la vittoria decisiva contro il Sona capolista, il 25 aprile, e concluso con l’aggancio definitivo al primato, condiviso con il roccioso San Zeno.

“Arrivati là in alto, abbiamo deciso di provarci, ma in cuor nostro sapevamo che stavamo facendo qualcosa in più, che non rientrava nei piani. I ragazzi hanno avuto la capacità di allontanare ogni tensione, vivendo l’ultimo periodo in assoluta tranquillità. Un plauso poi va al nostro mister, Marzio Menegotti, che ha fatto un lavoro fantastico”.

Già, Menegotti. Quanto c’è di Menegotti nel successo del Concordia?

“Tanto, tantissimo. Sono sincero: tanti meriti partono da lui, dalla sua gestione del gruppo. Far ritrovare gli stimoli giusti ad un gruppo che per gran parte veniva da una retrocessione o da una salvezza ai play-out non è da tutti. I ragazzi lo sanno, e gliene danno atto. La testa e le motivazioni sono state fondamentali, e il lavoro di Marzio in questo senso è stato egregio”.

Chi, tra i giocatori, merita una nota, una menzione, una citazione particolare?

“Tutti i giocatori della vecchia guardia, Trevisani su tutti. Sono quelli che hanno tenuto alto il morale del gruppo sempre, in ogni circostanza. E poi, devo dire, la panchina: tutti hanno dato il loro contributo, indistintamente. Questi ragazzi vanno ringraziati insieme, uno ad uno”.

Concludiamo: San Zeno-Concordia, una valutazione sullo spareggio?

“Gran partita, penso che chi è venuto ha visto una bella gara. Il San Zeno è partito meglio, lo ammetto. Noi nel primo tempo eravamo contratti, il loro vantaggio era meritato. Poi però alla distanza siamo usciti, è uscita la vera forza di questo gruppo e il pareggio nei supplementari, a un niente dal termine, dopo esser andati sotto di nuovo, lo dimostra chiaramente. Siamo felicissimi, e, per concludere, faccio il mio augurio al San Zeno per i play-off, per me sono ancora i favoriti, sapranno ricompattarsi, hanno un grande gruppo”.